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mercoledì 17 febbraio 2016

IBM investe nella tecnologia Blockchain (legata a Bitcoin)

IBM diventerà uno dei maggiori finanziatori della tecnologia Blockchain, su cui si poggia la tecnologia Bitcoin.
Nell'anno a venire, IBM sperimenterà una variante propria della blockchain, per poter tener traccia delle forniture hardware ai suoi clienti.

Immagine da wsj.com

Per migliorare la blockchain, l'azienda rilascerà nei prossimi giorni del codice open source che andrà a contribuire al progetto HyperLedger.

Fonte http://www.wsj.com/articles/ibm-bets-on-bitcoin-ledger-1455598864

lunedì 15 febbraio 2016

Bitcoin Roundtable rimanda il lancio di Bitcoin Classic

Bitcoin Classic, ovvero l'implementazione (hard fork) volta a raddoppiare il limite di block size di 1Mb, ha subito un colpo d'arresto dopo il suo rilascio ufficiale della settimana scorsa.

Un gruppo di exchange, mining pools e altri soggetti legati al mondo della criptomoneta ha organizzato la "Bitcoin Roundtable", nella quale si è affermato che al momento nessuno di essi passerà alla versione Bitcoin Classic.

La "tavola rotonda" si è invece orientata per il sistema "Segregated Witness", che, tra i vari vantaggi, permetterebbe di aumentare il limite di block size solo per i miners, lasciandolo invariato per tutti gli altri utenti.

Fonte: https://bitcoinmagazine.com/articles/bitcoin-roundtable-announcement-thwarts-bitcoin-classic-launch-1455412826

Scisma tra gli sviluppatori Bitcoin: un naturale processo democratico

Recentemente Mike Hearn, un noto ex dipendente Google e sviluppatore della tecnologia Bitcoin, ha affermato che questa moneta sarebbe stato un "esperimento fallito" a causa di problemi tecnici.

Immagine da Wired.com


Una parte degli sviluppatori originari di Bitcoin vuole mantenere il funzionamento di questo software uguale al passato, mentre un'altra parte vorrebbe implementare delle modifiche sostanziali (hard fork) per evitare un "collasso tecnico" del sistema.

Questa dialettica tra sviluppatori, inclusa la possibilità di dissentire e creare gruppi separati di sviluppo, è parte della dinamica di funzionamento di Bitcoin e non è da intendersi come una guerra aperta, bensì come parte del processo democratico legato allo sviluppo di questa tecnologia.

Sarà poi da vedere chi, dei due gruppi, riuscirà a ottenere il consenso della maggioranza degli utenti finali e quindi vincere questa sorta di "elezioni" riguardanti come Bitcoin dovrà realmente funzionare in futuro.

Fonte: http://www.wired.com/2016/02/the-schism-over-bitcoin-is-how-bitcoin-is-supposed-to-work/

giovedì 4 febbraio 2016

Kraken sigla un accordo con la venture-capital giapponese SBI

E' stato siglato un accordo tra il popolare exchange di criptomoneta Kraken e la multi-milionaria venture capital SBI investment.

I termini dell'accordo non sono stati resi pubblici, si tratta tuttavia di un accordo con una società che ha realizzato profitti superiori a 2 miliari di dollari nel 2015 ed è parte del gruppo SBI che opera in 20 paesi diversi ed è costituito da circa 208 diverse aziende, operanti nel campo di internet, investimenti e biotecnologie.



Kraken risulta essere ad oggi uno dei più affidabili exchange esistenti, grazie alle efficienti misure di sicurezza che gli hanno permesso di non essere mai violato da attacchi hacker, oltre ad aver recentemente acquisito altre importanti società nel campo della criptomoneta.

Fonte: https://bitcoinmagazine.com/articles/bitcoin-exchange-kraken-lands-multi-million-dollar-investment-from-japanese-venture-capital-firm-sbi-1454428730



L'Europa vuole bloccare le transazioni anonime in bitcoin

La Commissione Europea vuole bloccare le transazioni anonime in bitcoin, che potrebbero finanziare attività terroristiche.
Cos' si legge dal pdf Action Plan to strengthen the fight against the financing of terrorism.
Il documento ovviamente non porta alcuna prova concreta di questo tipo di operazioni, tuttavia si propone di regolamentare i siti che si occupano di compravendita di criptomoneta, facendoli ricadere sotto la regolamentazione anti-riciclaggio.

Gli exchange dovranno quindi fornire i dati relativi all'identità di chi utilizza queste piattaforme.
La regolamentazione dovrebbe riguardare anche i siti che offrono servizi di portafogli online (wallet).

Nonostante le buone intenzioni, risulta difficile poter regolamentare un settore che fa della privacy la principale preoccupazione, tenendo anche conto che molti exchange non ricadono sotto la giurisdizione dell'Europa.

Fonte: http://www.theregister.co.uk/2016/02/03/ec_virtual_currency_regulation_suggestion/

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